IL CUSTODE

15.09.2023

In questo articolo non si faranno nomi né si forniranno dettagli che possano lasciar intendere identità che è giusto restino anonime. Dopotutto, ciò che conta non è il messaggero ma il messaggio che questi porta con sé.

Nel corso di questi ultimi due anni, mi sono imbattuta in persone che hanno fornito materiale documentato circa il Monte San Francesco, ma anche in altre che, con il loro racconto, mi hanno lasciato intravvedere uno spiraglio di anima, in questo luogo misterioso, quasi completamente oscurato da secoli di abbandono.

Qualcuno mi ha portato dei ricordi: ricordi di infanza, di come esso appariva ai suoi occhi. Si è parlato di edifici ad arco, imponenti, in rapporto alla memoria bambina di chi mi ha raccontato con vivida emozione di quanto visto più di sessant'anni fa. Qualcuno mi ha raccontato di monete d'argento sottratte - in tempi "recenti" - dalle rovine e poi messe a disposizione di turisti e passanti, forse in vendita o, forse, come trofei di conquista. Qualcuno mi ha raccontato della sensazione di vuoto che si ha battendo il terreno in certi punti, quasi come se, sotto, ci fosse un altro luogo (o più di uno) da riportare alla luce.

Qualcuno mi ha raccontato di una zona adiacente all'ingresso, un tratto di bosco adibito a funzione che non sarà riportata su questo articolo, comunque rivolta alla natura e alla sua custodia. Chi ha condiviso con me questa sua piccola oasi di segreti mi ha permesso anche di conoscere una parte della sua anima, così strettamente connessa alla natura da diventare parte di essa, profondamente, istintualmente... spiritualmente. 

Non saranno resi pubblici i dettagli del racconto: ci si limiterà a riferire che il Monte San Francesco, pur nel suo lungo sonno secolare, non ha mai cessato di esistere. Vive oggi, attraverso le anime che lo sanno ascoltare, così come si entra in relazione con qualsiasi altro essere vivente... solo, con un linguaggio diverso da quello umano.

Il Custode sembra scorgere l'anima di chi gli si avvicina... ma non racconta la storia del Monte, né ne descrive i sentieri, bensì lo vede attraverso un altro tipo di Vista, quella che non si lascia influenzare dal filtro mentale, bensì cerca di accogliere tutto ciò che - intangibile - può solamente essere percepito e compreso attraverso un altro senso: il Settimo.

Il Silenzio.


Paola Elena Ferri